
La Scelta. Dicotomica. Cioè divisa. Ma pur sempre Una è la scelta. Ma due sono o più le opzioni. La scelta è prima di tutto decisione. Con conseguente annullamento cosciente del rimanente. Poi è responsabilità. Con imminente presa di coscienza del compiuto. Infine è forma di vita. Personale quanto solitaria. Tragica nel senso di attuata non senza passione. Perché omicida di altre possibili forme di vita. Il modo in cui si attua la Scelta in genere è misto: tra i molti pensieri che indicano la strada ne sovviene uno quasi per illuminazione. Così si sceglie. Quasi in un attimo. Soppesati i pensieri ne cade solo uno. Cosciente e incosciente si incontrano. A volte ci si pente della scelta però. In momenti di crisi è più che normale. Il subcosciente con le sue forme di vita morte e sepolte lancia un gemito. Ma la Scelta è fatta. Se fatta. Con decisione, responsabilità e costanza, ritorna più forte.
Un essere umano che sceglie è solo nella scelta, ma in grande compagnia tra coloro che hanno scelto. Incontrare e comunicare la propria scelta di vita è segno di grande maturità e disponibilità prima con se stessi e poi con gli altri. Il vero solitario, il misantropo mentitore, non ha compiuto una scelta. O è canna in balia del vento o vento senza canna. O ha paura o è energia sprecata. Se la scelta affronta e fronteggia e trema, ma accetta la paura diviene forza. Se urla, si irrigidisce, e non impara nell'umiltà la sua forza, la scelta non avviene. Nell'arco di una vita la scelta può non avvenire mai. Se la fortuna è amica, e le condizioni ambientali e territoriali, politiche ed economiche non sono da meno, la passione delle scelta può avvenire anche senza particolare interiorizzazione. Ma la vita prima o poi immette nella scelta. La bellezza nella varietà delle altrui e proprie scelte sta nel riconoscere un vero sorriso dopo tanto turbamento. Anche e soprattutto il proprio. Ognuno è diverso. Ma tutti ci capiamo. Parlare e sorridere. Anche e solo con gli occhi e la bocca serrata. Solo comprensione per chi mente e parla solo con se stesso. Costui è un baro. Il silenzio della sua montagna non gli ha parlato. Non gli ha detto: " Scendi e stai con i tuoi simili". Le nostre montagne sono le nostre camere. I nostri simili sono lo specchio dei nostri bagni. L'isolamento annulla. Parliamo! Anche a costo di risultare ridicoli. Perché in fondo è quello che siamo. Tutti. Il ridicolo non vuole essere solo, e parla, sincero, di sè. Questo ci piace. Vediamo la forza celata nella maturità e nel coraggio di esprimere la propria vita. Qualunque essa sia. E come sia. Anche questo è amore. Episodi ridicoli appartengono agli esseri umani. Tutti. Gesù compreso.
5 commenti:
ciao porco..vedo che gli articoli crescono giorno per giorno o notte per notte??complimenti......ciao auppo
mica te la faccio a leggerti :D ahahahahah ci provero' domani ...so stanca :D
Ciao,
sono un'amica di Marcello e mi piace molto quello che scrivi sulla scelta, mi trovi in un momento della mia vita in cui le tue parole sono un dogma, anzi, una scelta di vita. La scelta della scelta.
Mi risentirai presto...
Ciao
Chiara
Chiara grazie anche a te! Sto attraversando un momento simile anche io. E volevo rifletterne insieme con chi mi visita. E a qualcuno ha fatto bene leggere le mie parole. Sono contento. Speriamo di fare una buona e decisa scelta per le nostre vite. Vorrei non avere molti rimpianti quanto sarò troppo vecchio per tornare indietro!Ciao.
Questa sì che è filosofia, degna di un vero filosofo... maestro nell'arte del filosofeggiare...
Mi piace molto questa tua riflessione sulla dicotomia della vita, del resto la vita stessa, quella umana, è il frutto dell'unione di due gameti nati da una divisione cellulare, ognuno col suo proprio patrimonio genetico; e ciò che è stato prima diviso viene nuovamente riunito con il concepimento, per raggiungere nuovamente un equilibrio, quel tanto agognato equilibrio che la natura stessa e tutto il creato bramano e sempre cercano di raggiungere, fine ultimo di ogni inizio. Quindi noi stessi prima ancora di diventare protagonisti in prima persona dello scegliere, siamo primordialmente il frutto di una scelta, la scelta del partner da parte dei nostri genitori che ha decretato l'unione di quei due gameti, quei due particolarissimi gameti che hanno dato origine al nostro organismo, in un sitema comunque magnificamente casuale di combinazione genetica.
Questo per dire che se la vita stessa, nella sua origine e nel suo divenire, è intrisa di scelte, il tuo elogio della scelta è un elogio della vita e il tuo invito a scegliere è un invito a vivere. Quindi in questo tuo secondo post sei stato molto più positivo che nel primo e dal nichilismo sei passato alla dicotomia, che con la sua scissione crea già un movimento, un cambiamento, una sorta di energia metaforicamente simile a quella sprigionata dalla scissione di un atomo, riemergendo da quel buco nero che il nichilismo stesso rappresenta e dichiarando che la luce annulla sempre l'ombra e che la luce è forma, visione, colore... sempre meglio che rimanere nell'ombra!
Posta un commento