martedì 25 marzo 2008

Paura e vita. Binomio inscindibile.

Si attende troppo a volte. L’impazienza cresce. Il timore di restare sospesi è tutto quello che respiriamo. E l’improvviso non avvisa. È un fulmine a ciel sereno. Che ci priva di forze e ci fa guardare in basso. Più di quello che avremmo voluto, più di quello che avremmo immaginato esistesse. Circondati da molte e troppe persone non desideriamo altro che restare soli. Niente può consolare. E allora non rimane che aspettare ancora che il tempo ci torni amico. E nel frattempo vivere come se la vita ci debba riservare ancora una grande sorpresa. Questa meraviglia del domani in cui bisogna credere. Altrimenti dopo l’improvviso può capitare di trovarci inermi e spiazzati. Una volta vissuta quella terribile esperienza risalita la china non saremo più gli stessi. Una fenice risorta. Nuova linfa corre nelle vene. Un nuovo tipo di forza e una nuova consapevolezza è stata acquisita. La tragedia diventa tragedia dell’ottimismo. Non si è combattuto un essere umano, la lotta non è stata con una persona. Ma con qualcosa che trascende noi stessi. Si perde sempre. Perché si lascia qualcosa indietro a cui si ritornerà. Ma la prova è stata superata in ogni caso. Ora possiamo anche stare con gli esseri umani perché abbiamo conosciuto di che razza siamo. Lì nel profondo si è scoperto un segreto. Un arcano che è meglio celare. Eppure quell’orrore è vita. E si brama di vivere. Eppure si ha paura. Molta e troppa. Si apprezza il beneficio e il gusto che può avere un bicchiere di acqua fresca solo dopo essere stati costretti ad una lunga estenuante prolungata arsura. La mancanza nella vita è sempre. Non si riempie il vuoto. L’arsura dell’eternità non si spegne. Siamo qui e ora a prepararci all’ultimo saluto, ad un nuovo inizio. Ad una nuova avventura. Ci bisbigliano intorno, eppure sono dentro, che non finisce qui. Ritorneremo. E sarà sempre una mancanza, un improvviso, un orrore da vivere fino a quando non saremo in grado di librarci oltre l’uomo. Esperienze su esperienze che chiamano paure e sussulti. In continuazione. Celarsi dietro comode vite può essere una soluzione momentanea. Affacciarsi alla vita è terribile, ma la vita stessa lo richiede. E fortunatamente possiamo contare sulle nostre paure che ci spingono a creare legami mentre se ne spezzano altri. E questo amore che non ha parole né definizioni, che unisce corpo e mente abbraccia tutto e tutti!! Bandita la ragione in questo territorio. Eppure si annida, vi fa capolino. Non si conosce il domani. Il bello e insieme lo spaventoso della vita. E si vuole capire questa vita che fugge. Spesso nel capirla si sottrae tempo al viverla. E va bene anche così. C’è un tempo per tutto. Arriverà. E questa speranza diviene certezza. Siamo tutti nudi. Soprattutto i più vestiti fra noi. Vogliamo libertà, ma viviamo ancora nella culla. Avere il coraggio di scegliere questa forza. Solo i santi e gli idioti, i pazzi e i barboni riescono ad abbandonarsi alla vita. Perché non ho questa forza, perché sono così vile? Mezzi compromessi, annebbiate verità, trasfigurate misure ci confondono. Meccanismi di auto-conservazione ci sorreggono nelle scelte. Ma l’impalcatura creata può frantumarsi da un momento all’altro. E sempre più certezze ci servono allora. L’improvviso si avvicina. Incomincia a prendere forma. Il sottosuolo comincia a ribollire. E indossiamo occhiali da sole. Certo ho paura, ma spero di servirmene. E chiedo sempre aiuto a me stesso e agli altri. Cerco di vincere l’orgoglio e tutto ciò che mi appesantisce. Ma è dura, molto dura. E questo solo per una scommessa che non è certezza. Questo solo per un sentire. Forse dovrei ascoltare di più la mia ragione!? E spingerla talmente all’estremo da ritrovarmela come emozione?! Sarebbe scintilla questo incontro-scontro?! E se fosse l’illuminazione cercata!?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Fagi...scusa ma così mi riconosci...Quest'incontro-scontro porta sempre a qualcosa...affacciati sempre, fatti vedere e guarda il resto...guardalo è scoprirai cose che non hai mai visto...e capirai...capirai di + te stesso e gli altri...chiedi non aver paura di chiedere...da me si dice il no lo sai il sì te l'aspetti...ciao e buon lavoro

auppo ha detto...

beh...buon lavoro è una speranza Frà!! con la primavera si aspetta che fiorisca anche sto dannato lavoro...giovedì 27 praticamente domani suono in un locale...ci sarà gente...spero in una serata importante...ciao...a presto...

Anonimo ha detto...

le mie rare illuminazioni sono durate sempre meno di 1-2 secondi: quando poi ho cercato di coglierle e razionalizzarle mi sono reso conto che l'essenza stava sfumando rapidamente. un pò come quando ci si sveglia e si prova a ri-entrare nel sogno che si è appena lasciato: sforzandosi si riesce a recuperare alcune immagini, ma l'essenza è ormai lontana. forse è vero quello che dice Pirsig nel suo "lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta": se si arriva all'illuminazione tramite la ragione si rischia di diventare talmente diversi da essere considerati "pazzi". io non corro questo pericolo:le mie rare schegge di "illuminazione" le ho avute sempre involontariamente negli istanti in cui il pensiero era più lontano da me, non sono mai riuscito a fare il contrario. se tu ci riesci lascia una scia di sassolini, così trovo la via anch'io. buon viaggio.

auppo ha detto...

è vero...bisognerebbe non razionalizzare gli istanti che arrivano e illuminano perché poi perdono lo spirito. Ma seguire una luce che giunge come un lampo è difficile...è un rischio...a volte una necessità. Cercherò di seguire le mie luci, ma cercherò di guardare e appoggiarmi agli altri. Come ho fatto appena due secondi fa...nessun uomo è un isola...proveremo a viaggiare insieme...ciao...