giovedì 3 aprile 2008

Desiderio e realtà.

Sto leggendo un libro. " Il mio nome è rosso" di Orhan Pamuk. Autore turco. "Riassume una discussione che continua ancora oggi nel mondo islamico, diviso tra modernità e tradizione". Due vecchi miniaturisti sono in contrasto. Uno vuole continuare a portare avanti la vecchia e tradizionale maniera di fare arte. L'altro vuole ispirarsi ai maestri europei. Alla vivacità delle immagini, all'unicità dell'immagine. Il ritratto della persona e non dell'idea della persona. Il disegno del particolare cavallo e non dell'idea del cavallo. Vi è un assassinio e una storia d'amore. E anche una frase che, a metà libro, mi ha colpito: " Prima di morire, nessuno può capire che, come nel mondo dei morti un'anima senza corpo è motivo di vera felicità, tra i vivi la più grande felicità è un corpo senz'anima". Si può non essere d'accordo. In realtà l'anima può essere quel luogo invisibile in cui vengono riversate le scelte, i rimpianti, le gioie e i dolori. Questo serbatoio di zozzure e felicità che chiamiamo così può tormentare un corpo che sente bisogni primari e selvaggi. Di contro, una volta morti, si spera di essere eterei solo per volare in cielo senza essere appesantiti da un corpo che richiede carne. L'idea e la materia. Può essere. Bisogna però pensare alla compenetrazione dell'uno e dell'altro. Una esternazione dell'altro e viceversa. Un continuo cercare l'equilibrio. Sembrano separati forse, in realtà possono essere uniti. Anzi essere proprio una cosa sola. E risentire allo stesso modo delle scelte e della vita. Effettivamente un uomo senza anima è un animale. Un 'anima senza uomo è priva di virtù. Eppure dentro di noi desideriamo l'una separata dall'altro. Seppur viviamo nel contrasto e nell'unione e sappiamo che non sarà così, immaginiamo che un domani ci sia questa liberazione. Almeno dopo la morte. Ma credo non vorremmo qui sulla terra essere privi di anima. Altrimenti la vita proseguirebbe senza coscienza. Perché in fondo ciò che ci dà la gioia di vivere è la consapevolezza di un dolore. In noi intrinseco e inalienabile. Inevitabile. La vita è un mistero che non si può programmare. Può capitare l'imprevedibile. Un assurdo incidente che può rendere ciechi o storpi. E io non sarò più io. Tutto cambia perché cambio io. E la forza di andare avanti dove la trovo? Qualcuno impazzisce, altri no. Continuano a vivere, ormai disabili, addirittura invogliando e sostenendo gli altri a vivere. E penso: " Perché lamentarsi, considerare la vita sempre insoddisfacente? Ho la vista, cammino, tutto è a posto!! E sto male." Ma non ci si rende conto che si sta male per nulla. E vogliamo guardare la forza di queste persone e capirne i segreti. E' solo un punto di vista mentale. Perché molti invece si lasciano andare in depressione o giungono alla pazzia. Insopportabile il dolore, ma non cancellabile. E' qui. Con noi sempre. Non sarà mai separato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

è vero..tante volte si sta male per nula...perchè poi ti guardi intorno e vedi che molte persone hanno meno di te sia in salute che economicamente ma continuano ad avere la forza di andare avanti. Anche io mi chiedo dove la possano trovare, se si tratta di una formula magica o se nasce con l'uomo, ma forse quella forza deriva dai sogni di ognuno di noi, dalla voglia di realizzarli anche se a volte ci si lascia scoraggiare, perchè un sogno aiuta a dormire e sorridere ma la realtà a volte è una doccia fredda che ti sveglia. forse quella forza deriva dalla dignità di ognuno di noi, dai valori trasmessi e in quello che crediamo, forse sono gli altri ha trasmetterci parte delle loro energie...ma una cosa è sicura..almeno per me...ammiro chi lotta nella sofferenza non perdendo il sorriso e ammiro chi riesce a perseguire il suo progetto, sono nel mezzo nella speranza che qualcuno ammiri un giorno me...forse allora avrò realizzato qualche progetto importante o semplicemente qualcuno dirà "vorrei lottare come lei"
s.

Anonimo ha detto...

Ciao Fagi....che aggiungere, anonimo mi ha tolto le parola dai tasti...anche se aggiungo un'altra cosa...qualche volta guardiamo si, indietro, chi sta peggio di noi...ma anche chi sta meglio. Anke se molte volte chi sta meglio di noi economicamente non lo sta psicologicamente, sentimentalmente...insomma non è felice...Al tempo delle medie ho letto un libro di narrativa bellissimo "Tutto e niente"...che mi ha aiutato a crescere e a capire che bisogna accontentarsi di quello che abbiamo anche se è poco, anke perké, noi abbiamo sempre l'affetto di chi ci vuole bene...per quello che siamo...non per quello ke abbiamo...T.V.B.
Tutto bene?